C’è un momento esatto in cui le immagini destinate poi ad entrare nella memoria collettiva
sono diventate fotografie che hanno fatto la storia. Il tempo di uno scatto che riassume,
condensa e dà senso a un lavoro paziente, frutto della dedizione e della presenza del fotografo
lì dove i fatti accadono. Una presenza che deve essere necessariamente “A occhi aperti”, come
precisa fin dal titolo il saggio scritto da Mario Calabresi e uscito di recente in una nuova
edizione per Mondadori, dal quale prende le mosse l’incontro “Una storia fotografica” in
programma venerdì 26 gennaio alle 18 a Santo Stefano Belbo.
L’appuntamento, organizzato dalla Fondazione Cesare Pavese in collaborazione con Tosa
Group e con il supporto di Confindustria Cuneo, presso la sede dell’azienda, in corso IV
novembre 109/111, consentirà di fare un viaggio tra i “momenti in cui la Storia si è fermata in
una foto”: dai monsoni indiani e dall’Afghanistan in macerie di Steve Mc Curry alla Beirut
distrutta di Gabriele Basilico, dalla Primavera di Praga di Josef Koudelka all’umanità
schiavizzata o in fuga di Sebastião Salgado, dalle lezioni di Susan Meiselas alle denunce di
Letizia Battaglia, dalle discriminazioni razziali americane testimoniate da Elliott Erwitt ai
rifugiati palestinesi di Paolo Pellegrin, dai conflitti in Vietnam e nell’Irlanda del Nord di Don
McCullin al confine messicano di Alex Webb, dall’Iran di Abbas al Funeral Train con il feretro
di Bob Kennedy seguito da Paul Fusco.
Pierluigi Vaccaneo, direttore della Fondazione Cesare Pavese, introduce così il primo evento
del nuovo anno: «La fotografia è scrittura perché ogni scatto sceglie e sintetizza in
un’immagine una storia. Iniziare il 2024 con la presentazione del libro di Mario Calabresi è un
modo per raccontare le storie dell’umanità attraverso lo sguardo dei grandi fotografi del
nostro tempo. L’appuntamento di venerdì 26 gennaio è anche un’occasione per dimostrare
quanto forte e impattante possa essere la divulgazione culturale se la collaborazione tra
pubblico e privato è solida e costante. L’evento è infatti organizzato dalla Fondazione Cesare
Pavese con il contributo dell’azienda Tosa di Santo Stefano Belbo e la collaborazione di
Confindustria Cuneo: partner che vedono nella cultura un driver di crescita economico – sociale
del territorio e senza dubbio l’asset di sviluppo più strategico che il nostro territorio può giocare
sul tavolo del futuro”.
Un connubio reso possibile da una visione condivisa del contributo anche culturale che il
mondo dell’impresa può fornire, come osserva Serena Tosa, amministratore delegato di Tosa
Group: «Viviamo l’azienda non solo come spazio lavorativo, ma come luogo di aggregazione;
per questa ragione organizziamo corsi, promuoviamo eventi e momenti culturali da vivere con
i nostri collaboratori, le loro famiglie e il territorio. Per noi l’evento di venerdì 26 gennaio
rappresenta il proseguimento di un percorso di condivisione di valori comuni a cui vogliamo
dare continuità e in cui la cultura ha un ruolo. In questa occasione, all’interno del nostro spazio
produttivo, dove le nostre idee progettuali prendono forma e diventano macchinari, potremo
sentire dalla voce di un grande giornalista il racconto delle fotografie che hanno fatto la
storia».
L’evento è a ingresso libero con, a seguire, un aperitivo per continuare la discussione e la
condivisione delle emozioni suscitate dal racconto di Mario Calabresi.
Per ulteriori informazioni: Fondazione Cesare Pavese (tel. 0141-840894)