Marco Delpino 
Lucio Corsi è indubbiamente la sorpresa più bella del Festival di Sanremo 2025, anche se si è classificato secondo e la vittoria è andata alla canzone “Balorda Nostalgia” del giovane cantante genovese Olly, a sua volta comunque tra i più apprezzati della gara canora.
La graduatoria finale ha regalato, dopo cinque serate dall’andamento lineare, più di qualche sussulto, soprattutto per l’esclusione dal podio dei due favoriti della vigilia, cioè Giorgia e Achille Lauro. Ma è stato soprattutto il cantautore maremmano ad aver “stregato” l’Ariston.
Dopo essersi aggiudicato il secondo posto nella serata delle cover, duettando con “Topo Gigio”, e il verdetto del “Premio della Cristica-Mia Martini”, Lucio Corsi, con “Volevo essere un duro”, ha conquistato il secondo posto dopo il genovese Olly. Lucio Corsi ha dimostrato di saper trasmettere un significato coerente al suo messaggio basato sulla semplicità: essere sé stessi, contro tutto e tutti. La sua canzone è un inno alla dolcezza dell’infanzia e ai ricordi di bambino, un invito a custodire il bambino che è dentro ognuno di noi.
Agli occhi dei malvagi e di quelli che sono abituati a criticare tutto e tutti all’ombra della tastiera, Corsi avrebbe potuto essere un eterno “perdente”. Ha dimostrato, invece, come la semplicità, la dolcezza e l’educazione possano essere sempre le armi vincenti in un mondo che, spavaldo, preferisce esibire i muscoli e mettere in risalto l’odio e la violenza nei confronti dei deboli, salvo poi dimostrare reverenza verso i potenti. Il riscatto degli ultimi è la conferma che i messaggi di Fabrizio De André e Renato Zero continuano, nel tempo, a produrre effetti benefici, anche (e soprattutto) in campo musicale. E la musica, si sa, può cambiare il corso della storia.
