Tre anni di conflitto e di disastri umanitari, sociali economici e ambientali

Un grido di allarme e di denuncia per il nostro clima e per l’integrità dell’intera umanità

 

di Vittorio Dal Piano

 

Un disastro. Una vera e propria sciagura umanitaria, sociale, economica e anche ambientale. Oltre alle decine di migliaia di morti e alla distruzione, infatti, tre anni di conflitto tra Russia e Ucraina, iniziati il 24 febbraio 2022 con l’invasione dell’esercito russo, hanno prodotto decine di migliaia di morti (bambini, donne, anziani, civili), distruzione, ma anche emissioni di carbonio per 230 milioni di tonnellate di CO2. La ricerca, condotta dall’associazione non-profit “Initiative on GHG Accounting of War”, che si occupa di monitorare l’impatto dei conflitti sulle emissioni di gas sera, ha evidenziato in questi giorni come il conflitto russo-ucraino abbia contribuito significativamente al cambiamento climatico, oltre ai cambiamenti (già evidenti) sotto l’aspetto sociale, umanitario ed economico.

-

Il gas serra sprigionato a causa della guerra è aumentato del 30 per cento solo nell’ultimo anno, raggiungendo un totale pari alle emissioni annuali combinate di Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, o di 120 milioni di automobili a combustibili fossili. E le principali fonti di emissioni sono proprio le azioni di guerra in senso stretto (bombardamenti per via aerea, avanzati e attacchi di terra). A seguire ci saranno (e ci dovranno essere) le necessarie attività di ricostruzione a causa delle distruzioni avvenute, ricostruzioni che ovviamente richiederanno anni ed enormi quantità di materiali da costruzione, come cemento e acciaio, che sono altamente intensivi in termini di carbonio. Quasi 50 milioni di tonnellate di CO2 equivalente si devono agli incendi divampati per evidenti motivi legati alla guerra, 19 milioni sono da ascriversi al funzionamento delle infrastrutture energetiche necessarie alla guerra e infine 3,3 milioni di tonnellate alle necessità di soddisfare i bisogni di profughi e rifugiati. Poi ci chiediamo perché nel 2024, l’anno più caldo di sempre, anche l’impatto degli incendi sempre più incontrollati ha pesato enormemente sul clima.

Eppure, nonostante questi evidenti dati e la constatazione che, in queste settimane di inverno semplici raffreddori, tossi e mal di gola che, solitamente avevano una durata di pochi giorni, perdurano per settimane e per mesi, troppo pochi denunciano la fragilità del nostro sistema, messa a rischio da politiche fameliche e da voraci interessi economici che non tengono affatto conto del bene dei Cittadini, ma guardano esclusivamente all’andamento delle borse per i profitti di pochi a danno dell’intera umanità.

Lascia un commento

Chi Siamo

Benvenuti sul Giornale Nazionale di Informazione.

Direttore: Massimo Iaretti

Direttore Editoriale: Marco Delpino

Le scelte dell'Editore

@2025 | Italia Sarà – Giornale Nazionale di Informazione | Tutti i diritti riservati | Powered by Callidus Pro