di Marco Delpino
Sono in molti ad aver definito gli interventi governativi per frenare gli aumenti dei costi energetici e petroliferi “insufficienti e tardivi” (a cominciare dalle associazioni dei consumatori e dagli stessi imprenditori), il tutto aggravato dell’assenza di una politica europea comunitaria sul tema (e su tantissimi altri argomenti…). Del resto, lo stesso ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin (il quale, appena nominato ebbe a dire, tra le sorprese di molti, “non capisco perché sono stato collocato in questo Ministero, dal momento che non mi sono mai occupato di ambiente…”), nel presentare gli interventi adottati dal Governo, ha seraficamente aggiunto: “Questi provvedimenti avranno la durata massima di tre mesi… Poi speriamo nella… bella stagione”. È vero che le speranze sono le ultime a morire, ma anche quanto dichiarato dallo stesso ministro nel suo intervento al Forum in Masseria alle Terme di Saturnia, organizzato da Bruno Vespa e “Comin&partners”, dimostra un punto di vista alquanto ottimista se si è dichiarato “convinto che entro 2030 ce la faremo ad avere il nucleare in Italia”, quando le più rosee previsioni parlano di realizzazione del “nuovo nucleare” almeno entro 15 anni (e dunque nel 2040 e non nel 2030…). Ma Pichetto Fratin ha ripercorso l’iter della legge delega sul nucleare, che andrà alle Camere “penso settimana prossima”, ha spiegato il ministro, poi “dipenderà dal presidente della Camera. Ci sarà un lungo dibattito perché ci sono già stati due mesi di audizioni alla Camera. Mi auguro che per l’autunno, fine anno, venga approvata. Da lì 12 mesi per avere i decreti legislativi. Noi – ha aggiunto (testuale!) – dobbiamo essere pronti, dobbiamo fare come gli alpini che usano i muli in montagna perché mettono le zampe dietro nello stesso posto di quelle davanti e non cascano”. Piccola (e insignificante) dimenticanza: ma in Italia non si erano svolti ben due referendum che avevano sancito la clamorosa sconfitta del “nucleare”? E allora non sarebbe il caso di chiedere agli Italiani se intendono ancora fare i conti con questo “nucleare” di nuova generazione o se, come il Giappone, preferirebbero investire in energie alternative concretamente più realizzabili e immediate (come la forza delle onde marine di cui abbiamo parlato in un articolo postato su queste stesse pagine?).
Nella foto: il ministro Gilberto Pichetto Fratin al Forum nella Masseria di Bruno Vespa