82^ Mostra del Cinema di Venezia (27/8 – 6/9)
di Maria Antonella Pratali
Negli anni Ottanta, Raul Gatti (Pierfrancesco Favino) è un ex tennista che non è riuscito a reggere il successo, nonostante il suo talento. Lo incontriamo al momento della dimissione dall’ospedale psichiatrico presso cui è stato in cura, sostenuto da farmaci antidepressivi, schiacciato dalla paura di affrontare il mondo e di deluderlo. La seconda possibilità arriva quando gli viene chiesto di allenare Felice Milella (Tiziano Menichelli), un adolescente che aspira a diventare campione, più per le ambizioni del padre che per desiderio personale. Tra i due nasce un rapporto fatto di diffidenze, ironie e intimità; Raul diventa un maestro imperfetto, fragile e vulnerabile, mentre Felice, con la sua innocenza, lo induce inconsapevolmente a fare i conti con il passato.
Il tennis diventa così metafora della vita: allenamenti, partite e sconfitte tracciano un percorso di crescita reciproca, dove la sconfitta è un’occasione di liberazione.
Il film esce al momento giusto, in un’Italia travolta dall’entusiasmo per Jannik Sinner e per il tennis contemporaneo. Il regista Andrea Di Stefano sceglie di mostrare l’altro lato della medaglia: la vita di chi non ce l’ha fatta, le fragilità, le sconfitte e le seconde possibilità, raccontate con malinconia e ironia. In questa pellicola non si vogliono celebrare i vincenti; lo dice lo stesso Favino: «Oggi viviamo un’ossessione sociale per il successo. Questo film dice che si può stare al mondo anche se non si vince».
Il Maestro non è solo un film sul tennis, ma anche e soprattutto un racconto sull’esistenza, su ciò che resta dopo la sconfitta, su come affrontare le paure e trovare la propria libertà. Qui non ci sono campioni da riviste patinate, ma un uomo e un ragazzo che cercano di capire chi sono. È una storia di formazione, raccontata con uno stile narrativo fatto di gesti piccoli, primi piani, sguardi che parlano da soli. Il contesto visivo e sonoro degli anni Ottanta è reso con ambientazioni ben ricostruite e con una colonna sonora ricca di riferimenti musicali di quegli anni.
Favino conferma ancora una volta la sua straordinaria capacità di trasformarsi; il giovane Menichelli, con la sua interpretazione di grande naturalezza, regge il confronto con l’esperienza di Favino, contribuendo a rendere credibile il rapporto maestro-allievo e la sua evoluzione.
Al PalaBiennale, il pubblico ha reagito con emozione e la proiezione è stata accolta con applausi calorosi. Distribuito da Vision Distribution, il film arriverà nelle sale italiane il 13 novembre 2025.
2 commenti
[…] italiana, Il Maestro, porta sullo schermo un’ennesima prova d’attore di Pierfrancesco Favino ( https://italiasara.it/2025/09/02/cinema-venezia82-fuori-concorso-il-maestro-il-racconto-di-una-sconf… ) per raccontare, come afferma il regista Andrea Di Stefano «il dolore della crescita, la potenza […]
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