Una giornata nazionale per ricordare gli Internati Militari Italiani

Dopo 80 anni, è stata celebrata sabato 20 settembre la Giornata dedicata agli Internati Militari Italiani (Imi) nei lager tedeschi durante la Seconda guerra mondiale

di Antonio Bovetti

Per la prima volta in Italia, sabato 20 settembre 2025 è stata celebrata la Giornata dedicata agli Internati Militari Italiani (Imi) nei lager tedeschi durante la Seconda guerra mondiale.

La ricorrenza rende omaggio ai soldati e ufficiali italiani che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, vennero catturati dalla Germania, ormai passata da alleata a nemica, e deportati nei campi di prigionia. Si stima che oltre 600.000 uomini, secondo alcune fonti fino a 720.000, rifiutarono di continuare a combattere al fianco del nazifascismo.  Questi militari pagarono la loro scelta con sofferenze immani: fame, malattie non curate, lavori forzati per l’industria bellica tedesca, torture e fucilazioni per chi tentava di ribellarsi. Quando, al termine del conflitto, furono visitati da medici italiani e americani, molti presentavano gravi segni di malnutrizione: pesavano tra i 40 e i 55 chili, annientati anche psicologicamente. La Repubblica sociale italiana tentò invano di reclutarli: la grande maggioranza preferì restare fedele al rifiuto, pur consapevole dei tanti rischi. La data del 20 settembre non è casuale: proprio in quel giorno del 1943, Hitler stabilì che i soldati italiani catturati non fossero considerati prigionieri di guerra, ma internati militari. Una definizione che li privava delle tutele previste dalla Convenzione di Ginevra e li condannava a condizioni di vita disumane. Troppo a lungo la loro vicenda è rimasta nell’oblio. Cresciuti sotto la dittatura fascista, seppero comunque trovare la forza morale di dire “no”, e per questo pagarono con la vita in decine di migliaia. Nel dopoguerra, il loro sacrificio rimase ai margini: accusati di tradimento dall’estrema destra, considerati “troppo poco partigiani” dalla sinistra. Solo nel 2000 il Giorno della Memoria è stato esteso anche a loro, ma spesso il ricordo della deportazione militare resta oscurato da quello della Shoah. Tra gli internati sopravvissuti vi furono figure di spicco della cultura italiana, come Giovannino Guareschi, Gianrico Tedeschi, Giuseppe Lazzati e Alessandro Natta. Molti figli di Imi hanno poi trovato ispirazione nel coraggio dei padri: da Francesco Guccini a Vasco Rossi, da Ezio Greggio a Luca Bottura, fino a Ugo Zampetti, segretario generale del Quirinale. La Giornata del 20 settembre, istituita dal Parlamento nel mese di gennaio 2025 con voto unanime, vuole finalmente rendere giustizia a questi uomini. Resta però una sfida aperta: evitare che la memoria diventi solo un rito retorico, e ricordare davvero il prezzo pagato da chi seppe dire no al nazifascismo.

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