Lavoro, coesione sociale e giovani e fuga all’estero

Un richiamo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle responsabilità collettive

 

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha recentemente espresso profonde preoccupazioni riguardo alla situazione economica italiana, sottolineando come i bassi salari e le pensioni insufficienti stiano erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e minando la coesione sociale del Paese.

Mattarella ha evidenziato che, nonostante una crescita occupazionale confortante, l’occupazione si sta frammentando. Ha osservato che, mentre una fascia alta gode di buone retribuzioni, si stanno formando sacche di salari insufficienti, alimentate da part-time involontario e precarietà, rappresentando un elemento di preoccupante lacerazione della coesione sociale

Il Capo dello Stato ha sottolineato inoltre che, secondo i dati della Banca d’Italia, il 50% della popolazione italiana non è in grado di risparmiare. Ha evidenziato che gravi disuguaglianze e l’aumento della povertà rischiano di perpetuare questa condizione nel tempo.   Il Presidente ha anche affrontato il tema della fuga dei giovani all’estero, attribuendola alle offerte di stipendio povere in Italia. Ha criticato il “capitalismo di rapina” e ha affermato che la ricchezza va diffusa, sottolineando la necessità di creare condizioni lavorative dignitose per trattenere i talenti nel Paese.  Mattarella ha ribadito che il lavoro è un indice di dignità e un elemento fondamentale per la redistribuzione del reddito prodotto. Ha esortato le istituzioni a non rassegnarsi al lavoro povero con bassi stipendi e ha sottolineato che la precarietà come sistema stride con le finalità di crescita e sviluppo.  In sintesi, il Presidente della Repubblica ha lanciato un forte appello affinché si affrontino con determinazione le sfide legate ai bassi salari, alla precarietà e alla disuguaglianza economica, per garantire un futuro più equo e sostenibile per tutti i cittadini italiani.

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