La latitanza nelle scelte da parte del Ministero dell’Ambiente sta portando a una situazione incredibile di caos legislativo che ha già dato origine, in oltre sette anni, a ricorsi, sentenze e controricorsi
di Vittorio Dal Piano
Dopo anni di polemiche, di carte bollate, di sentenze, di ricorsi e di controricorsi, nonostante i 180 giorni di tempo messi a disposizione per attuare il Parco Nazionale, il destino del Promontorio di Portofino sembra ancora una volta segnato: finire a carte bollate. Tutto questo perché il ministero dell’ambiente non ha provveduto, nei tempi richiesti dall’ultima sentenza del TAR della Liguria di definire i confini del Parco (a sette o a undici comuni, d’intesa tra le amministrazioni locali, la Regione Liguria e l’Ispra) anziché i tre comuni dell’attuale parco regionale (vale a dire: Portofino, Camogli e Santa Margherita Ligure, per dar vita al definitivo iter per la costituzione appunto del Parco nazionale previsto per legge sin dal 2017.
Forte delusione, dunque, tra gli stessi rappresentanti delle amministrazioni locali, oltre che dalle associazioni ambientaliste, per questa “non scelta” da parte del Ministero dell’Ambiente che dimostra, ancora una volta, incapacità, pressappochismo e scarsa conoscenza del problema da parte del Ministro preposto Gilberto Pichetto Frattin. A questo punto la situazione è la seguente: poiché la sentenza del TAR del 21 maggio 2024 aveva annullato il decreto del Ministro Pichetto Fratin di costituire del parco nazionale a tre comuni e la successiva sentenza del TAR del 7 ottobre 2024 aveva in parte annullato anche il decreto del predecessore del Ministro Pichetto Frattin, il ministro Roberto Cingolani, ma soltanto nella parte riguardante la costituzione del Comitato del parco e nella ridefinizione dei confini, resta in pratica confermata la perimetrazione provvisoria estesa al territorio di ben 11 comuni.
Il Ministero, infatti, nonostante i 6 mesi a disposizione, non ha provveduto a rideterminare le misure di salvaguardia e la composizione del nuovo Comitato di gestione (con la designazione di professionalità tecnicamente competenti). Di fronte a questo immobilismo, il Presidente dell’Associazione Internazionale “Amici del Monte di Portofino” professor avvocato Daniele Granara ha annunciato la volontà di presentare una diffida al Ministero dell’Ambiente al fine di adottare tutte le misure necessarie per dare vita, in tempi brevi, al Parco nazionale di Portofino, sulla scorta della sentenza del TAR del 21 maggio 2024 che annulla il decreto del Ministro Pichetto Frattin di un Parco a tre comuni e della sentenza del TAR dell’8 ottobre 2024 che conferma il parco nazionale a undici comuni ma che invitava il Ministro ad adottare le misure di quella salvaguardia e a sostituire i componenti del comitato di gestione. Quella del Parco nazionale di Portofino è davvero una situazione incredibile, da “azzeccagarbugli”, che, oltre a dimostrare superficialità e incompetenze, nasconde forti interessi su di un territorio estremamente fragile. Un territorio appetibile che, nel corso degli ultimi sette anni, ha visto realizzare, grazie al “caos legislativo” operazioni immobiliari discutibili.
Per vedere l’intervista dell’Avv. Prof. Daniele Granara rilasciata a TelePace, basta cliccare sul seguente link: