Ustica: la tesi de “L’Espresso” conferma la validità della nostra inchiesta

Secondo il settimanale, in edicola da ieri, “il DC-9 dell’Itavia fu colpito da un caccia americano che inseguiva un altro aereo”

Nelle scorse settimane, su questo giornale online “Italia sarà”, abbiamo dedicato al “caso Ustica” quattro puntate di una nostra inchiesta giornalistica (già pubblicata nel 2021 sulle pagine della rivista “Bacherontius”, edita dalla “Tigulliana”) in cui abbiamo esaminato tutte le possibili cause della strage aerea che coinvolse, la sera del 27 giugno 1980, un aereo di linea della società “Itavia” sui cieli di Ustica durante un volo da Bologna a Palermo in cui morirono 81 persone. L’inchiesta suscitò un certo interesse perché riprendemmo la tesi secondo cui a colpire l’aereo civile furono gli americani durante l’inseguimento di un Mig libico che volava nascondendosi sotto la plancia del DC-9 italiano. Qualcuno era così tornato a parlare di un attentato terroristico con una bomba messa a bordo dell’aereo (tesi peraltro già negata nel corso di varie inchieste giudiziarie), mentre noi abbiamo dato maggiore credibilità alla cosiddetta “pista americana” di un missile lanciato per errore o della collisione di un caccia statunitense con l’aereo di linea civile, tesi  sostenuta anche dal regista Renzo Martinelli nel suo ottimo film, intitolato “Ustica” peraltro mai visionato sulle più importanti emittenti televisive nazionali: una sorta di “censura” seguita anche da risvolti polemici nei confronti del coraggioso regista, autore anche del celebre film “Vajont” e di un’altra controversa pellicola dedicata al “caso Moro” intitolata “Piazza delle Cinque Lune”. Ora, in una lunga inchiesta pubblicata sul settimanale “L’Espresso” dal titolo “Ustica, la verità”, in edicola da ieri, vengono riportati i risultati di anni di studi realizzati da un gruppo di periti sui reperti, secondo cui alcuni resti del velivolo dell’Itavia presentano delle deformazioni compatibili con l’impatto con un altro aereo che si sarebbe lanciato all’inseguimento di un mezzo nemico. Secondo i documenti in possesso del settimanale, alcuni resti metallici del DC-9 dell’Itavia precipitato il 27 giugno 1980 nel mare di Ustica presentano tracce di deformazioni provocate dall’impatto con un altro aereo. Inoltre, nella lunga inchiesta, vengono riportati in esclusiva i risultati di anni di studi realizzati da un gruppo di periti che ha analizzato i reperti, ripescati sui fondali, dell’aereo civile nel cui schianto persero la vita 81 persone. Il risultato di queste analisi – si legge nel settimanale – permette di affermare che la strage di Ustica “non è più un mistero” e che le varie teorie alternative emerse negli anni – dal missile alla bomba a bordo – “non trovano riscontro”. Lo studio dei periti, di cui L’Espresso fornisce i dettagli, “ricostruisce una dinamica inedita nell’incidente del 27 giugno, caratterizzato da una collisione tra il DC-9 e un caccia americano protagonista di una manovra incontrollata mentre stava inseguendo un aereo nemico”. Le stesse considerazioni da noi argomentate alla luce di centinaia di documenti processuali esaminati.

Nella foto: la copertina del settimanale “L’Espresso” uscito ieri in tutte le edicole d’Italia.

Le quattro puntate da noi dedicate al “caso Ustica” sono pubblicate e quindi consultabili nella sezione “Le nostre inchieste”

 

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