Sonno e salute mentale: meno schermi luminosi e più riposo per proteggere il cervello

Il sonno prolungato favorisce la salute mentale, diminuire le ore passate davanti agli schermi luminosi per proteggere il cervello dei giovani

 

di Antonio Bovetti

“Dormire di più la notte e trascorrere meno tempo davanti agli schermi di computer e smartphone”. È questa la semplice ma efficace “ricetta” per favorire uno sviluppo sano del cervello e tutelare la salute mentale dei più giovani. A confermarlo è uno studio appena pubblicato su JAMA Pediatrics da un team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh, che ha analizzato il legame tra l’uso intensivo dei dispositivi digitali, la riduzione del sonno e l’insorgenza di sintomi depressivi tra infanzia e adolescenza. Lo studio, condotto su 976 partecipanti tra i 9 e i 13 anni, ha mostrato che ogni ora aggiuntiva di esposizione quotidiana agli schermi è associata a un aumento dei punteggi depressivi, misurati attraverso la Child Behavior Checklist. I dati suggeriscono che la durata del sonno e l’integrità del cervello in fase adolescenziale sono due fattori chiave nel legame tra uso degli schermi e sintomi depressivi. Soprattutto, si legge nelle note, è richiesto un intervento da parte di genitori e operatori sanitari. I risultati sono inequivocabili: nei giovani analizzati le fibre nervose che collegano le varie aree cerebrali risultavano più piccole, deboli e disorganizzate, a causa del logoramento provocato dalla prolungata esposizione. Non a caso, proprio questi adolescenti hanno mostrato nei test i livelli più elevati di sintomi depressivi. A chiarire ulteriormente il senso della ricerca è João Paulo Lima Santos, uno degli autori dello studio: «Non conta solo quanto tempo si passa online, ma anche a che ora e con quali contenuti – spiega Santos –. Le interazioni digitali nelle ore serali e notturne sembrano influenzare più profondamente il sonno e, di conseguenza, la struttura del cervello». Secondo Santos, un sonno profondo e prolungato rappresenta una leva fondamentale per contrastare gli effetti negativi dell’uso eccessivo degli schermi. I ricercatori sottolineano che, se da un lato i dispositivi digitali possono alterare il sonno e danneggiare la struttura cerebrale, dall’altro un adeguato riposo può attenuare sensibilmente questi effetti. Uno degli aspetti più critici emersi riguarda la fascia oraria serale, quando il cervello, stanco della giornata, dovrebbe iniziare a rilassarsi e prepararsi al riposo. Invece, viene spesso sollecitato da stimoli digitali continui e, talvolta, ansiogeni. I ricercatori auspicano, in futuro, di poter raccogliere dati più dettagliati direttamente dai dispositivi mobili degli adolescenti, per analizzare con maggiore precisione l’influenza dei contenuti e degli orari di fruizione. In conclusione, l’accostamento tra sonno insufficiente e sovraesposizione ai dispositivi digitali sembra avere un impatto concreto e dannoso sullo sviluppo cerebrale degli adolescenti, in una fase delicata e cruciale della crescita. Nessuna condanna radicale, comunque, verso la tecnologia. «Eliminare completamente i media digitali non è la soluzione – conclude Santos –. Ma dobbiamo essere più consapevoli, soprattutto quando l’uso dello smartphone compromette il sonno».

Sitografia

https://jamanetwork.com/journals/jamapediatrics/article-abstract/2835092

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https://www.apa.org/depression-guideline/child-behavior-checklist.pdf

https://psychiatry.pitt.edu/about-us/our-people/faculty/joao-paulo-lima-santos-md

 

 

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