Per fare dell’Italia un paese all’avanguardia, occorrono investimenti in apparecchiature medicali per invertire la rotta di un Paese in coda ai finanziamenti tecnologici – Le recenti dichiarazioni del Presidente del GIMBE Nino Cartabellotta
di Francesca Laganà
La medicina in Italia ha da sempre rappresentato un pilastro fondamentale per il benessere della popolazione. Oggi, più che mai, occorre affrontare le nuove sfide e le opportunità di miglioramento per quanto riguarda l’attenzione ai bisogni dei cittadini.
Investire in tecnologia avanzata non solo migliora la qualità delle cure, ma riduce anche i tempi di attesa e aumenta la soddisfazione dei pazienti e, oltre al miglioramento della qualità delle cure, consentirebbe diagnosi più veloci e accurate e una riduzione dei tempi di attesa. Ma una sanità efficiente non dipende solo dalle macchine, ma anche dall’umanità e dall’attenzione verso i pazienti. È fondamentale che il personale medico e sanitario sia adeguatamente formato e motivato a comprendere e rispondere ai bisogni della gente. Ecco perché occorre investire nella formazione del personale per garantire competenza, creare canali di comunicazione aperti dove i pazienti possono esprimere le loro esigenze e preoccupazioni, offrire cure su misura che rispettino le diversità e le specificità di ogni individuo.
Se invece di destinare ingenti risorse agli armamenti, si orientassero i fondi verso il settore della sanità, i benefici sarebbero tangibili per l’intera società. Una società che investe nella salute piuttosto che negli armamenti promuove un clima di pace e di coesione sociale. Con la giusta strategia e un cambio di focus verso la sanità, si potrebbe garantire una qualità della vita superiore per tutti e un beneficio per le generazioni future.
Purtroppo l’Italia è in coda ai finanziamenti sanitari. Lo ha dichiarato ancora di recente il Presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellotta: “Il tema del finanziamento pubblico per la sanità infiamma il dibattito politico da oltre un anno, coinvolgendo aule parlamentari e consigli regionali, vista l’enorme difficoltà di tutte le Regioni a garantire i livelli essenziali di assistenza e un’offerta adeguata di servizi e prestazioni sanitarie. E, secondo indagini e sondaggi condotti sulla popolazione, la sanità è diventata per tutti una priorità assoluta perché la vita quotidiana delle persone è sempre più gravata da vari problemi: interminabili tempi di attesa per visite ed esami, affollamento dei pronto soccorso, impossibilità di trovare un medico o un pediatra di famiglia vicino casa, inaccettabili diseguaglianze regionali e locali, migrazione sanitaria, aumento della spesa privata sino all’impoverimento delle famiglie e alla rinuncia alle cure”.