L’uso inappropriato è fortemente dannoso alla salute
“Consumare meno antibiotici e farlo in modo più appropriato”, è questo il monito lanciato dall’Aifa in occasione della presentazione del «Rapporto sull’uso degli antibiotici in Italia 2023».
Il consumo maggiore si registra in età pediatrica. Nell’età adulta le donne ne consumano più degli uomini. A preoccupare sono anche le variazioni regionali, che vedono il Sud pericolosamente in testa e i picchi stagionali nei mesi freddi, che lasciano intendere come questi farmaci siano utilizzati troppo frequentemente anche per le influenze invernali.
Lo scorso anno, infatti, il consumo complessivo di antibiotici per uso sistemico, pubblico e privato, è aumentato di oltre il 5% rispetto all’anno precedente. Anche gli antibiotici per uso locale hanno fatto registrare un aumento. Il dato che preoccupa ulteriormente è che ad un aumento quantitativo corrisponde anche un aumento delle prescrizioni delle molecole ad ampio spettro, quelle a più alto rischio di generare resistenze microbiche, rispetto a quelle a spettro più ristretto. Un peggioramento, quindi, non solo quantitativo ma anche qualitativo. Il trend negativo si registra anche in ambito ospedaliero, dove più che altrove circolano i batteri resistenti alle terapie antimicrobiche, con 84 dosi somministrate ogni 100 giornate di degenza. “L’antibiotico resistenza è una pandemia silente – ha sottolineato il presidente dell’Aifa Robert Nisticò – che non solo provoca 12mila morti l’anno nel nostro Paese, ma genera anche danni economici, che solo sul nostro Sistema sanitario nazionale, secondo la stessa Agenzia europea, impatta per 2,4 miliardi di costo annuo, con 2,7 milioni di posti letto occupati a causa di queste infezioni”.