di Antonio Bovetti
Il caro prezzi continua a pesare sulle famiglie italiane. «Un anno fa con 20 euro riempivo il carrello, oggi con 30 euro mi restano solo pochi spiccioli». Racconta una signora all’uscita dal supermercato. «Io con due figli e il marito ho speso 100 euro e mi sono rimasti meno di 20». Aggiunge un’altra consumatrice. Sono episodi che confermano un trend negativo nelle vendite al dettaglio, come evidenziato dai dati Istat di febbraio 2025 e ribadito dal Codacons.
«Il commercio in Italia è in sofferenza. Su base mensile si registra una contrazione delle vendite che coinvolge sia il settore alimentare che quello non alimentare, con cali sia in valore che in volume. Su base annua, invece, a fronte di un incremento del valore delle vendite dello 0,9%, i volumi scendono dello 0,2%». Spiega l’associazione Codacons.
Inflazione e impatto sui consumi
I dati confermano l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto degli italiani. «L’aumento dei prezzi al dettaglio costringe le famiglie a spendere di più rispetto all’anno scorso, pur riducendo i volumi degli acquisti e orientandosi sempre più verso i discount ̶ sottolinea il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. ̶ Un segnale preoccupante che il governo dovrebbe affrontare con misure a sostegno dei consumi».
Spesa annua di una famiglia tipo in aumento di oltre 500 euro
Il Codacons evidenzia che l’inflazione, salita all’1,7% a febbraio, comporta un aggravio di spesa annuo medio di 559 euro per una famiglia tipo e di 761 euro per un nucleo con due figli. «L’accelerazione dell’inflazione è trainata soprattutto dai rincari energetici, con i beni regolamentati in aumento del 31,5% su base annua. Anche i prezzi di alimentari e bevande analcoliche crescono del 2,6%, incidendo pesantemente sulla capacità di spesa delle famiglie». Conclude il Codacons.