Salute mentale e psicofarmaci: come superare pregiudizi e disagi

Il libro di Tiziana Corteccioni spiega l’importanza della fiducia nei farmaci

 

di Antonio Bovetti

«Gli psicofarmaci fanno male, se poi mi abituo, diventa una dipendenza? Se lei mi prescrive questi medicine, vuol dire che si vede che sono nevrotico?» Spiega titubante un signore allo specialista di fiducia. Questi sono alcuni dei pregiudizi e delle convinzioni, in buona parte sbagliate, sull’uso degli psicofarmaci.  Per aiutare a comprendere che la depressione e gli altri disturbi psicologici possono essere curati, Tiziana Corteccioni, nota psichiatra e psicoterapeuta, con il suo libro Ho bisogno di una pillola?, edito da Vallardi con la prefazione di Alessia Amendola, cerca di fare chiarezza sulle malattie mentali e sull’uso degli psicofarmaci.
Corteccioni smonta i falsi miti e i molti tabù sull’argomento, evidenziando i rischi legati al fai-da-te nella diagnosi e nel trattamento di un disturbo.

“Il nostro Paese attraversa una vera e propria pandemia mentale”. 

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L’ultimo rapporto OSMED dell’Agenzia Italiana del Farmaco, 17 milioni di persone in Italia fanno o hanno fatto uso di psicofarmaci. La metà di loro ha più di 67 anni, ma tra il 2010 e il 2019 le richieste di servizi per la salute mentale da parte dei giovani sono aumentate del 5% ogni anno. Nonostante una maggiore conoscenza, lo stigma e i pregiudizi nei confronti della malattia mentale rimangono forti. La situazione è ancora più delicata quando si parla di sedativi, che per molti sono visti come un segno di debolezza, di incapacità di controllare le proprie emozioni, o addirittura come il “punto di non ritorno”.

Nel suo libro, la dott.ssa Corteccioni, tratta alcuni timori presenti nella società e vuole smentire falsi pregiudizi sull’uso degli psicofarmaci. Ne citiamo e pubblichiamo alcuni:

“I tranquillanti servono ai matti. Se li prendo, vuol dire che sono matto”. 

Questo mito deriva da una percezione distorta delle malattie mentali e del loro trattamento. Gli psicofarmaci sono strumenti terapeutici utilizzati per trattare una vasta gamma di disturbi mentali, non solo per le persone che vengono erroneamente etichettate come “matti”. Prendere psicofarmaci non è un indicatore di pazzia, ma piuttosto un passo verso il recupero e il benessere.

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“I sedativi servono perché l’ansia e la depressione non peggiorino la qualità della vita della persona angosciata a causa di malattie, contrasti e fraintendimenti in famiglia o nel campo lavorativo”. 

Questa è una convinzione pericolosa che minimizza l’impatto debilitante dell’ansia e della depressione sulla qualità della vita di una persona. Gli psicofarmaci possono essere efficaci nel ridurre i sintomi e consentire alle persone di riprendere il controllo della propria vita grazie alla lucidità mentale ritrovata.

“Gli antidepressivi sono assunti dalle persone deboli”. 

Questo è un giudizio ingiusto che porta allo stigma nei confronti delle persone che assumono antidepressivi. La depressione è una malattia grave e invalidante che richiede un trattamento adeguato anche attraverso l’incontro con psichiatri. L’assunzione di antidepressivi non è un segno di debolezza, ma piuttosto di coraggio nel cercare aiuto per affrontare una sfida difficile.

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“Gli psicofarmaci fanno male”.

Anche se gli psicofarmaci possono avere effetti collaterali, non è vero che fanno male in modo intrinseco. Come con qualsiasi farmaco, è importante pesare i potenziali benefici rispetto ai rischi e discutere con il medico qualsiasi preoccupazione riguardante la sicurezza e l’efficacia del trattamento.

“Molte persone per vergogna o malintesi con il medico preferiscono il fai-da-te”. 

Il trattamento senza il controllo del professionista può essere pericoloso e portare a gravi conseguenze per la salute. È importante consultare sempre un medico prima di iniziare o interrompere qualsiasi trattamento farmacologico.

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“Gli psicofarmaci danno dipendenza? Si chiedono in molti”.  

Anche se alcuni psicofarmaci possono causare dipendenza se usati impropriamente, quando prescritti e utilizzati correttamente e con il continuo controllo del medico, il rischio di dipendenza è minimo.

La psicoterapia è una pratica basata su solide teorie e metodologie scientifiche, e gli psicofarmaci sono sviluppati attraverso rigorosi studi clinici e regolamentati dalle autorità sanitarie.

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