La Fed lascia invariati i tassi, ma rivede al ribasso le stime di crescita

di Antonio Bovetti

La Federal Reserve ha deciso di mantenere invariato il costo del denaro, lasciando il tasso sui Fed funds nel range 4,25-4,50%. Si tratta della seconda riunione consecutiva in cui il Federal Open Market Committee (FOMC) opta per la stabilità dei tassi. Contestualmente, l’istituto ha annunciato una diminuzione del ritmo di riduzione del proprio portafoglio titoli: i rimborsi dei Treasury, in scadenza, saranno limitati a un massimo di 5 miliardi di dollari, un netto rallentamento rispetto ai precedenti 25 miliardi. La decisione di mantenere i tassi fermi è stata presa all’unanimità, mentre la modifica alla gestione del portafoglio titoli ha registrato l’unico voto contrario di Christopher Waller, che avrebbe preferito mantenere il ritmo di dismissione precedente. Durante la conferenza stampa successiva alla riunione, il presidente della Fed, Jerome Powell, ha evidenziato un aumento dell’incertezza per l’economia statunitense, sottolineando come il quadro macroeconomico sia diventato più instabile dopo la rielezione di Donald Trump. Pur ribadendo la resilienza dell’economia USA, Powell ha segnalato che gli ultimi dati indicano una maggiore volatilità nelle prospettive di crescita.

Proiezioni economiche e politica monetaria

Le nuove proiezioni economiche del FOMC confermano una politica monetaria ancora restrittiva nei prossimi mesi. L’analisi dei dots, ovvero le stime dei vari governatori sui futuri livelli dei tassi, mostra un costo del denaro atteso a 3,75-4% per dicembre 2025, suggerendo due tagli da 25 punti base entro la fine dell’anno. Invariate le proiezioni per gli anni successivi: il tasso dei Fed Funds dovrebbe attestarsi tra il 3,25% e il 3,75% a fine 2026 e tra il 3% e il 3,25% a fine 2027. La stima di lungo periodo rimane al 3%.

Crescita in rallentamento, inflazione in rialzo

Le prospettive di crescita sono state riviste al ribasso: la Fed prevede ora un’espansione del PIL dell’1,7% per il 2025, in calo rispetto al 2,1% stimato a dicembre 2024. Anche per il 2026 la crescita è attesa leggermente inferiore rispetto alle previsioni precedenti, con un tasso dell’1,8% (dal 2%), mentre per il 2027 la stima scende dall’1,9% all’1,8%. Al contrario, le previsioni per l’inflazione sono state ritoccate al rialzo. L’indice dei prezzi al consumo (PCE) è atteso al 2,7% per il 2025, rispetto al 2,5% stimato in precedenza, mentre per il 2026 si prevede un tasso del 2,2% (dal 2,1%). Anche il tasso di disoccupazione è stato leggermente corretto al rialzo, al 4,4% dal precedente 4,3%. L’approccio della Fed conferma, dunque, un equilibrio tra la necessità di mantenere sotto controllo l’inflazione e il rischio di un rallentamento più marcato della crescita economica.

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