Condizione e cultura giovanile nella società e nella scuola

La crisi d’identità nei giovani non è soltanto di natura economica, ma anche psicologica e culturale

 

di Francesca Laganà

Il tema del conflitto generazionale, delle difficoltà di gestirlo e della necessità di giungere al suo superamento attraverso l’individuazione di regole e di comportamenti è un argomento essenziale nella società di oggi. Ci sono ostacoli, problemi e contraddizioni del nostro tempo che bloccano il passaggio dei giovani alla fase adulta, che impediscono l’acquisizione dello “status” di cittadino adulto. È più difficile oggi ai giovani entrare nei ruoli sanzionati dalla società, quali l’inserimento professionale, l’acquisizione di un lavoro, la prospettiva di una carriera, o più in generale metter su famiglia, farsi una casa, avere figli. Ci troviamo di fronte a un prolungamento forzato della giovinezza o dell’adolescenza, una fase nella quale la persona vive in una sorta di “moratoria” che viene oggi prolungata in modo innaturale, fino ai 30 anni, che grosso modo rappresentano un terzo della vita media. Una società così strutturata non può risultare equilibrata. È una società in cui il conflitto fra le generazioni (e il conseguente disagio) che si crea nei giovani diventa troppo forte. Si parla, quindi, di crisi d’identità nei giovani, proprie perché questi non riescono ad entrare pienamente nel loro ruolo di adulto, cioè nella maturità, che non è soltanto un ruolo di natura economica, ma anche psicologica e culturale. La “giovinezza che non finisce mai” non è una situazione auspicabile. Ecco perché la famiglia e la scuola, oggi, diventano troppo spesso incapaci a risolvere questo conflitto. Da qui nascono le difficoltà di comunicazione tra genitori e giovani, tra genitori e figli, tra insegnanti e studenti, che portano (al limite) ad un vuoto di relazioni o di affetti reali. Questa situazione si traduce anche in una mancanza di fiducia nel futuro, tipica del disagio giovanile di questi anni, che si riflette così sulla mancanza di assunzione di responsabilità, stante la situazione di “deresponsabilizzazione” nella quale troppo spesso sono i genitori a farsi carico di molti problemi “spiccioli” della nostra società. Lo psicologo Paolo Crepet ha sintetizzato questo concetto con poche e semplici battute: “molti bambini diventano adulti prima, ma poi restano adolescenti o giovani molto più a lungo”. Quando queste difficoltà della famiglia giungono nella scuola, il disagio giovanile finisce per riguardare anche gli insegnanti, i quali lamentano sovente una scarsa attenzione dei loro studenti, che crea al contempo serie difficoltà di comunicazione, con una conseguente caduta dell’autostima alla quale segue inesorabilmente un insuccesso (scolastico). Come possiamo vedere, la questione giovanile ha molte facce e sovente ci troviamo di fronte ad una vera e propria carenza di formazione culturale, che è la diretta conseguenza della carenza relazionale, affettiva, psicologica ed economica. Tutti temi che la nostra società dovrà affrontare in maniera adeguata per non trovarsi impreparata in un futuro che ormai bussa prepotentemente alle porte.

Lascia un commento

Chi Siamo

Benvenuti sul Giornale Nazionale di Informazione.

Direttore: Massimo Iaretti

Direttore Editoriale: Marco Delpino

Le scelte dell'Editore

@2025 | Italia Sarà – Giornale Nazionale di Informazione | Tutti i diritti riservati | Powered by Callidus Pro