Vermiglio è il nome di un comune della provincia di Trento ed è il titolo del film che Maura Delpero ha ambientato in quel borgo, vincendo il Leone d’argento alla 81ª Mostra del cinema di Venezia e ottenendo la candidatura agli Oscar 2025 e ora al David di Donatello 2025.
La storia della famiglia del maestro Graziadei, interpretato magistralmente da Tommaso Ragno, si incrocia con quella degli altri protagonisti, figli di quel mondo contadino che qualcuno ancora ricorda e che i più hanno sentito descrivere da genitori e nonni. La regista fa rivivere l’Italia di allora mettendo in risalto la dignità dei personaggi, i condizionamenti sociali e la difficoltà di vivere e raccontare i propri sentimenti. Il silenzio accompagna gesti e sguardi là dove mancano le parole per descrivere le proprie emozioni.
La montagna fa da sfondo ad una storia che si dipana lentamente, cadenzata dal mutar delle stagioni a cavallo dell’ultimo anno di guerra, fra il ‘44 e il ‘45. Maura Delpero racconta la vicenda cercando inquadrature non scontate, mettendo in risalto il particolare che lascia la scena intera all’immaginazione dello spettatore: il mestolo che versa il latte nelle tazze, l’anta dell’armadio da cui spuntano le gambe di una ragazzina, il disco che gira sul grammofono riempiendo il silenzio di note.
I dialoghi in dialetto rafforzano l’aderenza al vero perché è così che si presentava quel mondo lì, con quelle facce, quei gesti, quei silenzi, quei suoni. Nella severità mista a pazienza del maestro Graziadei trapela la fatica quotidiana di chi si sforza di insegnare non solo l’italiano ma anche il significato e la bellezza della musica, a dimostrazione del fatto che l’essere umano ha bisogno anche di “cibo per l’anima”, che può aspirare a qualcosa di più. Un film animato da figure femminili e maschili vincolate ad un ruolo codificato dalla tradizione, ad un destino segnato dal bisogno, ognuno con il suo fardello da portare, con un proprio codice etico che ne determina le scelte individuali. Negli angusti spazi casalinghi ogni persona vive nascondendo agli altri un’aspirazione, un desiderio, una frustrazione, un segreto.
Se sullo schermo l’amalgama di tutte queste cose si risolve in una storia semplice, raccontata bene, realistica, recitata con naturalezza da attori non professionisti, il merito va alla regista che con grande impegno e competenza ha curato anche i più piccoli dettagli.
Il film era stato candidato all’Oscar “per la sua capacità di raccontare l’Italia rurale del passato, i cui sentimenti e temi vengono resi universali e attuali”. Vero, verissimo.
1 commento
[…] (https://italiasara.it/2025/04/10/cinemitalia-recensioni-vermiglio-un-paese-un-passato-una-candidatur…😉 […]