La chiglia dell’“Elettra” non tornerà a Santa Margherita Ligure, nel Golfo del Tigullio, ma resterà esposta alla Spezia al Museo navale della Marina Militare
di Marco Delpino
Dal 1931 sino all’estate che precedette la sua morte (1937), Guglielmo Marconi, scelse il Golfo del Tigullio sia come sede dei suoi esperimenti sia come luogo di villeggiatura della sua famiglia. La bianca nave “Elettra” era sovente ancorata nel porticciolo di Santa Margherita Ligure e la domenica mattina, dopo la Messa delle dieci, la tappa d’obbligo dello scienziato, della moglie Maria Cristina e della figlia, la piccola Elettra, era il Caffè “Colombo” dei Vinelli, sul lungomare, a sorseggiare l’aperitivo seduti sulle poltroncine in vimini e ad acquistare le buone paste del giorno di festa.
Nel Golfo compì numerosi esperimenti, tra cui la sperimentazione della trasmissione di segnali radio telegrafici e telefonici. Per la sua posizione geografica, la zona compresa tra Santa Margherita Ligure e Sestri Levante era particolarmente adatta alle trasmissioni radiotelegrafiche ed elettromagnetiche. Ma la notizia, data dal giornale online “Levante News” nei giorni scorsi, è questa: “Santa Margherita Ligure (città “marconiana” per eccellenza) ha perduto un prezioso reperto che ricordava ogni giorno dell’anno agli ospiti la storica frequentazione della città del grande Guglielmo Marconi”. Così tutti coloro che hanno a cuore la storia e la memoria hanno appreso con rammarico il fatto che la chiglia dell’“Elettra” non tornerà nella città del Golfo del Tigullio, ma resterà esposta alla Spezia al Museo navale della Marina Militare.
Ceduta (in prestito, in base a ignoti “accordi”) anni fa dall’amministrazione Donadoni, la chiglia non ha mai fatto ritorno nel luogo (Villa Durazzo) dove, il 26 maggio 1979, fu collocata dopo una solenne cerimonia (di cui conserviamo memoria fotografica) alla quale parteciparono la vedova di Guglielmo Marconi, la Contessa Maria Cristina Bezzi-Scali, e la figlia del grande scienziato. Nell’annoverare, a futura memoria, la “cessione” della chiglia da parte dell’amministrazione Donadoni… possiamo concludere che, per la città che vide la presenza dello scienziato negli ultimi anni della sua vita, Marconi resterà soltanto un… “mito dimenticato”, come argutamente definisce lo scrittore Ennio Flaiano la tendenza tipicamente italiana che prima consacra i miti e poi… li dimentica. E allora, per gli immemori, vale la pena “ricordare”. Lo yacht “Elettra”, costruito nei cantieri navali inglesi di Ramage & Ferguson, su disegno degli architetti londinesi Cox e King, fu varato nel 1904 per conto dell’Arciduca d’Austria Francesco Ferdinando, confiscato dal governo inglese nel corso della Prima Guerra Mondiale e messo all’asta nel 1919, venendo prima acquistato da un lord inglese e successivamente da Guglielmo Marconi.
Sull’Elettra, al comando dell’ufficiale di Marina Achille Lauro, lo scienziato dimorò spesso e volentieri, anche se l’utilizzo essenziale fu quello di uno straordinario laboratorio per esperimenti di radiotelegrafia. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lo yacht fu ormeggiato nel porto di Trieste e l’8 settembre fu requisito dai tedeschi, che lo trasformarono in nave ausiliaria.
L’8 gennaio del 1944 la nave fu affondata da un sommergibile alleato al largo di Zara e quattro anni dopo il governo italiano ne chiese la restituzione alla Jugoslavia, che la riconsegnò nel 1960. Il relitto venne rimorchiato a Trieste e poi ormeggiato all’Arsenale di Venezia in attesa di un rispristino che non avvenne. Lo yacht fu tagliato in più parti nel 1977 e i resti furono distribuiti nei siti a maggiore “valenza marconiana”: Pontecchio Marconi, Milano, Trieste, Santa Margherita Ligure, Fucino, Sidney, Venezia, Roma. Da anni, purtroppo, Santa Margherita Ligure ha perduto la sua… “valenza marconiana”.
Nella foto (archivio “Tigulliana”) – 26 maggio 1979: la cerimonia di collocazione della chiglia della nave “Elettra” a Villa Durazzo, alla presenza della vedova di Guglielmo Marconi, la Contessa Maria Cristina Bezzi-Scali, e della figlia del grande scienziato.