In un tempo di egoismi, immoralità, mancanza di valori, doppiezza di etica civile, la speranza di poter contribuire a “costruire… un mondo migliore”

  

di Francesco Baratta

Mi è sempre piaciuto parlare con i ragazzi, con i giovani, ascoltarli e, quando possibile, suggerire sommessamente qualche esperienza di vita, anche se oggi “… è cambiato il mondo”, dal titolo di un recente libro che racconta la mia vita. Naturalmente è quanto cerco di fare con i miei cinque nipoti, quando ho la gioia dello stare insieme. Oggi conversando con Giona, giovane liceale, ragazzo intelligente, volenteroso, riflessivo; tutte doti che inevitabilmente stimolano anche il discorrere su temi di questo nostro momento socio-etico-politico che, per alcuni, è tremendamente sciatto e poco promettente, mentre da altri è considerato foriero di tante positività. Il giovane liceale intende fare un ideale cammino da liceo classico all’università e poi alla vita “da grande”. Apre il vocabolario per cercare il significato di due termini molto in voga oggi: etica e politica. Trova che entrambi derivano dal greco. Etica da “ethické”, ossia filosofia morale, scienza di doveri di diritti e poi “etukom”, dal verbo tuncàno, con il significato di “toccare, interessare”. Politica deriva da “polis”, ossia città, nel senso di cittadinanza. Spiegate le origini dei termini ed il loro significato, il discorso del nostro liceale potrebbe dirsi terminato. Potrebbe, ma non lo è. Non basta, ad esempio, sapere se una casa sia fatta di pietre o di cemento armato; bisogna sapere a chi serve, come nel tempo si può migliorare, ristrutturare. Tutti questi interrogativi costituiscono per Giona le basi dell’etica, ossia dei diritti e dei doveri dell’uomo nel comportamento per la conservazione del proprio edificio. L’etica è dunque scienza morale in tutta l’ampiezza e la profondità del suo significato. Lo studente si iscriverà all’università. Allargherà e arricchirà i suoi ideali, ricco di concetti di moralità, etica e politica. Penserà a come compiere in sé stesso un retto cammino, a come dare apporto completo e generoso per lo sviluppo del progresso in un mondo veramente nuovo, sereno e pacifico con tanti giovani come lui buoni, onesti, generosi e sereni. Finiti gli studi, Jona entrerà nella sua vita adulta ricordando la costante amorevole formazione profusa costantemente dei genitori, dai nonni, per il rispettivo ruolo naturalmente, avrà maturato la speranza di contribuire a “costruire… un mondo migliore”. È l’augurio che i nonni e i genitori fanno amorevolmente nel giorno del compimento dei suoi 18 anni. È possibile oggi, ancor più di ieri, una deludente sorpresa… la realtà non sempre così. È possibile che qualcuno che teneva lezioni di etica, di morale, di politica non si comporti proprio così, … anzi! Scoraggiato, il giovane Giona potrà constatare quanto alcuni possono essere deboli e incapaci, perché impastati di vari egoismi, di immoralità, ancorché di assoluta mancanza di valori, di doppiezza di etica civile e politica. Ma Giona ha sentito negli anni della sua formazione familiare parlare costantemente di Vangelo: “Ciò che è impossibile presso gli uomini è possibile presso Dio… Siate come i fanciulli, vivete semplici come colombe, perché le forze del male non prevarranno”. Saprà concludere che, oltre all’etica, alla politica e ai vari significati dei due termini, c’è stato per lui un insegnamento che tutto comprende: scritto 2000 anni fa: il Vangelo. La fede e il Vangelo possono dare quelle certezze in cui credere e operare con gioia e serenità.

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