Sergio Mattarella alza la voce: “S’impone subito il cessate il fuoco a Gaza!”

Il Presidente della Repubblica ha rotto il silenzio su Gaza: “È disumano ridurre alla fame un’intera popolazione”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato parole forti, chiare, impossibili da ignorare: “È disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani. L’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali per la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”. Con questo intervento, Mattarella affronta senza ambiguità la crisi umanitaria nella Striscia di Gaza, sollevando un tema che in Italia era rimasto finora troppo spesso confinato a un piano diplomatico prudente, se non evasivo. Le sue parole rappresentano un netto cambio di passo e riportano la posizione italiana più vicina a quella espressa da Francia, Spagna, Irlanda e altri Paesi europei che nelle ultime settimane stanno esercitando pressioni crescenti sul governo di Benjamin Netanyahu. Il nodo è chiaro: a Gaza manca tutto. Cibo, acqua, medicine, elettricità. Una crisi che non colpisce solo combattenti o fazioni, ma l’intera popolazione civile. Mattarella ha scelto di mettere al centro proprio questo, il dramma quotidiano di milioni di persone private dei mezzi essenziali per sopravvivere. Il Capo dello Stato, nel rispetto del suo ruolo istituzionale e super partes, non ha messo in discussione il diritto di Israele alla sicurezza, né ha pronunciato condanne politiche. Ma ha indicato senza mezzi termini un limite che non può essere superato: quello della disumanità. Ridurre alla fame un popolo non è un effetto collaterale: è un crimine che interroga la coscienza internazionale. La richiesta è chiara: accesso immediato per gli aiuti umanitari, protezione per chi li distribuisce, corridoi sicuri per le organizzazioni internazionali. Una presa di posizione che potrebbe rimescolare le carte anche all’interno del dibattito politico italiano, dove finora le reazioni alla crisi in Medio Oriente sono state timide e spesso filtrate da calcoli di equilibri geopolitici. Mattarella, con il peso morale del suo incarico, ha ridato voce a un principio basilare: il rispetto della vita umana, senza distinzioni, senza giustificazioni. Ha riportato l’Italia in sintonia con quella parte dell’Europa che, pur mantenendo il sostegno a Israele, non accetta che l’autodifesa si traduca in punizione collettiva. In un momento in cui le diplomazie sembrano paralizzate e le sofferenze dei civili si moltiplicano, le parole del Presidente della Repubblica segnano un punto fermo. Non è solo un appello: è un richiamo alla responsabilità, alla politica, alla coscienza.

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