La medusa Cassiopea, non punge, rallegra il mare con i suoi colori giallo-arancio e diventa rifugio per i piccoli pesci
di Antonio Bovetti
“Uovo fritto”: così i pescatori inglesi e tedeschi hanno soprannominato una particolare medusa che, vista dall’alto quando affiora tra le onde, ricorda davvero un tuorlo d’uovo al tegamino. Il suo vero nome è Cotylorhiza tuberculata, conosciuta come Cassiopea.
La sua ombrella, cioè la parte sommitale delle meduse da cui si diramano i tentacoli, ha una forma tondeggiante e un colore arancione vivo che rendono questi esemplari marini meno inquietanti e, anzi, quasi “simpatici”.
La dimensione della Cassiopea raramente supera i 25 centimetri di diametro, anche se in media restano più piccole. In primavera ed in estate è facile incontrarle mentre si lasciano trasportare dalle correnti, ondeggiando in superficie grazie alle pulsazioni ritmiche della loro ombrella. A differenza di molte altre meduse, la Cassiopea non è pericolosa per l’uomo: si nutre di microrganismi planctonici e offre rifugio a piccoli pesci, come gli sgombri, che trovano tra i suoi tentacoli un riparo sicuro per crescere. Negli ultimi anni le segnalazioni di questa specie in Mediterraneo sono diventate sempre più frequenti. Riconoscerla è facile: rispetto ad altre meduse è più grande e sfoggia colori sgargianti, dal giallo al brillante arancione. Nonostante non sia urticante, è comunque meglio non maneggiarla: al contatto diretto con i tentacoli può causare un lieve prurito, che però scompare rapidamente, a differenza delle reazioni ben più fastidiose provocate dalle altre specie. La speranza, con l’aiuto di campagne di sensibilizzazione e una corretta informazione, è che la “medusa-uovo” possa continuare a popolare i nostri mari, ricordandoci che non tutto ciò che ondeggia sotto la superficie va temuto.