Genova, si chiude domenica il festival di Limes

di Antonella Pratali

È in corso al Palazzo Ducale di Genova la X edizione del Festival di Limes, rivista italiana di
geopolitica fondata nel 1993 in seguito agli sconvolgimenti provocati dalla caduta del Muro di
Berlino (9 novembre 1989).
Già dal primo giorno della manifestazione, venerdì 10 novembre, la magnifica Sala del Maggior
Consiglio era gremitissima. Tanti i liguri e altrettanti i partecipanti provenienti da altre regioni,
sebbene tutte le conferenze si possano seguire in diretta streaming, sul canale YouTube di Palazzo
Ducale. L’ultima tavola rotonda di venerdì ha visto la partecipazione di Antonio Scurati, che ha
incentrato il suo intervento sulla rimozione da parte degli italiani del proprio passato fascista. Si sa,
afferma Scurati citando Freud, che il rimosso ribolle negli strati profondi in cui lo abbiamo relegato
e ci condiziona nel nostro presente, perché non lo abbiamo elaborato come invece hanno fatto i
tedeschi col nazismo.
Perché partecipare al festival? Tra i tanti motivi, oltre all’aria internazionale che vi si respira, la
possibilità di comprendere meglio ciò che ci sta succedendo intorno (e di conseguenza a casa
nostra) e quale ruolo intenda o possa giocare l’Italia in un mondo sempre più collegato e intricato.
Un validissimo aiuto a decodificare Caoslandia, ovvero lo scenario attuale, è fornito dalle carte
geografiche create da Laura Canali, cartografa di Limes. Il paesaggio è di per sé un messaggio e il
sentiero che ne traccia il confine (limes), ufficiale o di fatto, è in continuo movimento.
L’Africa è attualmente penetrata in larga parte da Russia e Cina. L’Europa resta ai margini, mentre
potrebbe essere in vantaggio nella cooperazione col continente africano, sia per motivi linguistici,
sia per prossimità geografica (soli 14 km separano i due continenti nello Stretto di Gibilterra).
La consapevolezza che il meticciato è il futuro del mondo può suscitare in alcuni fastidio e paura;
ma la paura impedisce di trovare soluzioni.
Quali sono le sfide che ci attendono? Quali potrebbero essere le opportunità? Quali invece i rischi
del non agire? Su queste e altre difficili questioni si cerca, in questi tre giorni, di fare luce attraverso
i confronti tra rappresentanti di molti paesi, dalla Polonia al Vaticano, dal Niger alla Germania,
dalla Cina agli Stati Uniti. I dibattiti sono moderati dal direttore Lucio Caracciolo e da altri esperti
della redazione.

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