di Marco Delpino
Il mio vecchio insegnante di diritto, il “mitico” Prof. Orlando Bernardi, ci insegnò (molti anni fa) che “la ragion di Stato è l’insieme delle priorità attinenti alla sicurezza dello Stato, che possono indurre il decisore politico a giustificare un’azione illecita sotto il profilo del diritto internazionale o del diritto interno”. Ma, aggiunse Bernardi, “la ragion di Stato va usata… cum grano salis…” (cioè: a piccole dosi e soltanto in casi “necessari”).
In nome della cosiddetta “ragion di Stato”, in questi ultimi tempi si è abusato del suo “utilizzo”: dalla liberazione di Osema Almasri Habish, noto come uno dei più feroci criminali libici, in barba al mandato della Corte penale internazionale, allo spionaggio di giornalisti e siti già “attenzionati” in passato perché ritenuti “scomodi”, sino ad arrivare alla recente sentenza di condanna del vice ministro della Giustizia reo di aver violato il “segreto di Stato” e quindi la sua… “ragione”.
Il mio buon Professore di diritto, sicuramente, si rivolterà nella tomba per l’uso a dir poco “disinvolto” che se ne sta facendo della “magica” parolina. Un po’ come “supercalifragilistichespiralidoso” o, meglio, “supercazzola”… Perché, con la “ragion di Stato”, ogni pillola va giù… Poi, però, provate ancora a parlare di “ragion di Stato” quando, il prossimo 27 giugno, ricorrerà il 45° anniversario della Strage di Ustica…
2 commenti
A integrazione dell’articolo del Dott. Marco Delpino segnalo – in fatto di diritto! – che la procura aveva chiesto per il sottosegretario Delmastro l’archiviazione dell’indagine, respinta dal GIP, che ha disposto l’imputazione coatta. Formulata quindi dalla procura, che però davanti al GUP ha richiesto il non luogo a procedere. Respinto! In tribunale la procura ha richiesto (per la terza volta!) l’assoluzione: respinta! Un evento giudiziario rarissimo, che non può non destare perplessità.
L’articolo non è entrato nel merito delle tre vicende citate, di cui si è ampiamente dibattuto nelle “tavole rotonde” televisive, ma ha solo sottolineato il fatto che, in questi ultimi periodi, della “ragion di Stato” se ne fa un “uso” eccessivo. Il commento all’articolo entra in un merito “politico” che esula dalle intenzioni del nostro giornale online che offre notizie “non di parte” e che altrettanto chiede ai Lettori commenti “non di parte”.