La desalinizzazione dell’acqua di mare tra sostenibilità e sfide industriali

di Antonio Bovetti

La siccità aumenta in modo allarmante in varie parti dell’Italia. In alcune aree del Nord e nelle isole sta crescendo l’esigenza e l’interesse verso la realizzazione di dissalatori per sopperire alle esigenze delle popolazioni, all’agricoltura e all’industria. Un report dell’Osservatorio ANBI (Ass. Naz. Bonifiche Miglioramenti Fondiari) sulle risorse idriche indica che una percentuale compresa tra il 6% e il 15% della popolazione italiana risiede in aree vulnerabili in termini di siccità e potrebbe trovarsi a gestire gravi scarsità di acqua.

Le tematiche più usate inerenti alla desalinizzazione in Italia

Circa l’85% dei dissalatori nel mondo opera attraverso l’osmosi inversa: un processo di filtraggio dell’acqua che permette di rimuovere impurità e sostanze indesiderate. Questa tecnica, oltre ad essere la più diffusa, è anche la meno energivora, a differenza della dissalazione termica che, operando attraverso l’evaporazione, richiede ingenti quantità di energia. Nonostante l’Italia abbia le condizioni ideali per utilizzare questa tecnologia e si trovi di fronte a zone ad alto rischio, la produzione di acqua desalinizzata rappresenta solo lo 0,1% del totale dell’acqua dolce prelevata. In molte circostanze, potrebbe essere vantaggioso avere un depuratore ad osmosi inversa in ambito domestico per garantire un’acqua di alta qualità e sicura da bere e utilizzare per cucinare. In Paesi come gli Emirati Arabi Uniti, l’Australia e la Spagna, l’acqua desalinizzata soddisfa una quota significativa del fabbisogno idrico della popolazione.

I limiti e le problematiche

Nel nostro Paese sono attivi 340 dissalatori, quasi tutti operanti nelle piccole isole. Un numero che sembra elevato, ma che in realtà è basso, rispetto al fabbisogno. Le ragioni della scarsa diffusione dei dissalatori nella Penisola riguardano l’elevato consumo energetico richiesto oltre alla problematica dello smaltimento della salamoia, il residuo salino derivante dal processo. Questi fattori, in parte inquinanti, hanno contribuito a limitare gli investimenti su questi impianti.

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Svantaggi della desalinizzazione

Gli impianti di desalinizzazione sono costosi sia da costruire e che da gestire e, quindi, il prezzo dell’acqua prodotta con questa tecnica è molto alto. Per questo motivo viene utilizzata soprattutto per produrre acqua potabile. Si tratta di un processo ad alta intensità energetica ed è essenziale che venga effettuato utilizzando energie rinnovabili e riducendo il consumo energetico. Come già detto, la desalinizzazione produce la salamoia (una soluzione salina concentrata con sostanze chimiche) che deve essere smaltita correttamente per evitare impatti negativi sull’ambiente marino. La costruzione di prese d’acqua e di infrastrutture, come le tubature, comporta, inoltre, un’alterazione permanente delle condizioni idrografiche (ad esempio, la modifica dei sedimenti) e potrebbe avere un impatto sulla vita marina.

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