La donna protagonista della nostra società

Nel giorno della “Festa della Donna”, alcune “riflessioni al femminile” per verificare il nostro esistere

 

 di Francesca Laganà

Oggi, come da tradizione, ricorre la “Festa della Donna” (anche se dovrebbe essere festeggiata 365 giorni l’anno). Però prendiamo per buona questa data e, pertanto, parliamo al femminile per ritrovare il ruolo della donna, che si sentiva (era e in parte è ancora adesso) “schiava”, anche se decisamente in una posizione diversa, sia pur sempre emarginante. Non dimentichiamo, infatti, che, per troppi anni (e ancor oggi), la donna è stata considerata più come “oggetto” che come comprimaria dell’uomo. Più come “costola d’Adamo” che come essenza dello stesso.

Oggi invece, negli anni Venti del Terzo Millennio, la donna può assumere un ruolo da “protagonista”, da attrice, da interprete. In pratica: una perfetta parità di diritti. Ma per arrivare a questo risultato c’è voluta una evoluzione della società e ci sono volute grandi battaglie sociali, politiche e culturali. La condizione femminile è decisamente migliorata, per cui le donne hanno acquisito i diritti necessari per affermarsi nella società, e risultano introdotte, anche in posizioni di rilievo, nel mondo del lavoro, sebbene non ancora in condizioni di perfetta parità. Per la donna non si tratta soltanto di conquiste delle libertà personali, ma di cambiamenti che significano crescita, superamento delle paure, dei condizionamenti e dei pregiudizi. La donna, quindi, come simbolo di un “riscatto” e di un impegno sociale, politico, economico e culturale. Mica… pizza e fichi…

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