23di Massimo Iaretti
La Carità non ha tasche. In queste pochissime parole si racchiude tutto il significato di una vita e di un pontificato, insieme al nome che aveva scelto, Francesco. Jorge Mario Bergoglio, successore di Pietro, ha certamente lasciato un segno profondo negli anni del suo pontificato. Eppure il richiamo al ritorno dei VERI valori cristiani che ha fatto sin dal suo insediamento è stato oggetto di critiche e di attacchi fuori e (soprattutto) all’interno della comunità cristiana. In questi anni, e anche in questi giorni, nonostante abbia terminato il suo cammino terreno gli è stato detto e scritto di tutto, Papa scismatico, anticristo, scristianizzatore della Chiesa, antitetico a Ratzinger, comunista, amico dei migranti, vicino o nel migliore dei casi, indifferente ai generali argentini ai tempi della dittatura militare. Insomma un assurdo fiume di fango e calunnie alle quali basterebbe la ragion pura (e non quella kantiana) a dare risposta. Innanzitutto non occorre mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo, quali sono le nostre radici, quale è stata la nostra educazione, perché queste sempre, più o meno, hanno un peso nelle nostre scelte di vita. Papa Francesco era figlio di migranti, in un’epoca in cui l’Italia esportava braccia da lavoro in tutto il mondo, e questo l’ha sempre avuto nel cuore, nella testa e negli occhi, quanto un Conclave, regolarmente convocato dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI, lo ha eletto. E nessuno, ma proprio nessuno, ha mai apertamente contestato tale decisione che, per i credenti che si dicono cattolici romani apostolici, è dettata dallo Spirito Santo. Tante polemiche sulle scelte, poi, dal punto di vista di chi si dice credente (molto spesso poi si contraddice nei fatti) non riesco a comprenderle: se è il Vicario di Cristo in terra gli si deve obbedienza punto e basta. E lo dice uno che è un cattolico molto tiepido , del resto la Fede non è un qualcosa che si trova nelle patatine o nell’Uovo di Pasqua, ma è un dono e se uno non l’ha, o fa come nel caso mio la cerca, oppure rimane indifferente, ma dire di averla e razzolare poi male è soltanto da ipocriti.
Ma ritornando a Francesco più che scristianizzatore, neo pagano, anti papa, è stato un Papa che ha tentato, con il pensiero, le parole, l’azione di riportare la Chiesa a quelli che sono i valori che ha predicato Gesù intorno a 2000 anni fa e che San Francesco (e mi si permetta, sperando che a qualcuno non si rizzino anche i capelli o gridi all’eresia, anche Valdo ed altri) predicarono qualche secolo fa. Dare del comunista poi ad un Pastore che ha avuto la formazione dei gesuiti e ne ha ricoperto incarichi di altissimo livello, secondo gli insegnamenti di Ignazio di Loyola è una boutade senza senso, tenendo anche conto che Papa Francesco, neanche da Cardinale di Buenos Aires, non ha mai seguito la cosiddetta teologia della liberazione. E proprio rispetto al periodo della dittatura dei generali argentini, una delle più schifose e criminali della seconda metà del Novecento (a copia conforme di quella di Pinochet in Cile) proprio a considerazione che ‘la Carità non ha tasche’ e che il bene non ha volto mi permetto a tutti di consigliare il bel libro di Nello Scavo, edito per emisesferi nella collana ‘ Lampi di Storia’ intitolato ‘La lista di Bergoglio’. Il lavoro che tratta di coloro che vennero salvati dai tanti, silenziosi interventi, di Jorge Maria Bergoglio, sovente con grande rischio personale, all’epoca della dittatura, è arricchito dalla prefazione di Adolfo Pèrez Esquivel, Premio Nobel per la Pace che non è l’ultimo arrivato in quanto, attivista e pacifista, venne arrestato per il suo impegno in Brasile, Ecuador e infine arrestato, detenuto senza processo e torturato in Argentina. Una lista di salvati che si distingue nettamente da altre lista di quegli anni Settanta, vedasi quelle ormai passate alla storia di Sindona o di Gelli che avevano altri scopi che il salvare vite.
Infine una piccolissima e umile considerazione che, però, è alla base di tutto: un Papa non è di destra o di sinistra o di centro, federalista o centralista, liberista o statalista. Il Papa è il Papa, punto e basta. E Papa Francesco è stato un Papa che lascerà un segno nella Storia nonostante i detrattori e gli ipocriti.
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