Iniziativa pilota nell’Area Marina Protetta di Ustica, per la tutela della barriera corallina mediterranea
di Antonio Bovetti
Prende il via nelle acque dell’Area Marina Protetta di Ustica, al largo di Palermo, il progetto MedCoral Guardians, il primo istituito in Italia, promosso dalla Fondazione Marevivo. L’obiettivo principale, è quello di proteggere e ripristinare i coralli del Mediterraneo, oggi sempre più minacciati dai cambiamenti climatici e da indiscriminate e irresponsabili attività umane.
A sostenere l’iniziativa sono la Fondazione Nando ed Elsa Peretti, insieme a partner scientifici di rilievo come la Stazione Zoologica Anton Dohrn, l’Università Politecnica delle Marche e la Rutgers University. Al centro del progetto c’è la Cladocora caespitosa, nota anche come “madrepora a cuscino”, il più importante corallo bio-costruttore endemico del Mediterraneo. Secondo i dati internazionali, circa il 50% delle barriere coralline mondiali è già andato perduto o risulta gravemente compromesso. Anche il Mar Mediterraneo, culla di biodiversità, non è immune: l’innalzamento delle temperature, l’acidificazione delle acque e l’ancoraggio selvaggio stanno mettendo a rischio interi habitat marini. «Le ondate di calore estive causano lo sbiancamento dei coralli, mentre l’acidificazione rallenta la loro crescita – spiega il professor Roberto Danovaro, biologo dell’Università Politecnica delle Marche – in più, le ancore gettate senza criterio, frantumano le colonie, rendendo urgente un intervento di restauro ecologico». MedCoral Guardians punta a combinare e potenziare la ricerca scientifica, l’educazione ambientale e il coinvolgimento attivo della comunità locale e dei turisti. «Partiamo da Ustica con un approccio integrato che unisce studio, sensibilizzazione e tecnologie non invasive – spiega Raffaella Giugni, Segretario Generale di Marevivo – Coinvolgeremo le scuole locali, i centri subacquei e i cittadini, anche attraverso pannelli sottomarini che permetteranno di osservare le colonie nei diversi stati di conservazione». Il progetto prevede anche la produzione di materiale divulgativo e percorsi educativi mirati a diffondere la conoscenza e stimolare comportamenti virtuosi. Perché, “possiamo proteggere solo ciò che conosciamo” come ricorda Giugni. Un altro punto di forza dell’iniziativa è la partecipazione attiva dei subacquei, che attraverso programmi di Citizen Science* contribuiranno al monitoraggio delle colonie e al censimento della Cladocora caespitosa. Un’occasione concreta per trasformare la passione per il mare in azione scientifica e tutela ambientale. «Questo progetto è un esempio virtuoso di collaborazione tra enti pubblici, associazioni, operatori locali e cittadini – sottolinea Davide Bruno, direttore dell’AMP di Ustica – Solo coinvolgendo la comunità possiamo garantire una protezione duratura per le specie marine e promuovere una cultura del rispetto per l’ambiente». La Fondazione Nando ed Elsa Peretti supporta con convinzione il progetto, seguendo la visione della celebre designer e filantropa Elsa Peretti, che aveva un legame profondo con il mare. «Questo miracolo fugace non ha mai smesso di stupirmi», dichiarò nel 1990 parlando delle immersioni. Proprio per rispetto verso il corallo, suo simbolo naturale preferito, decise di non utilizzarlo più nei suoi gioielli, scegliendo di proteggerlo.
Glossario *La Citizen Science, o scienza partecipativa, è un campo in crescita che coinvolge i cittadini nella ricerca scientifica. I programmi di Citizen Science in Italia spaziano da progetti di monitoraggio ambientale a progetti di ricerca sull’allevamento, sul cibo e sulla biodiversità. Un esempio è l’iniziativa del CNR, che promuove la Citizen science attraverso diversi progetti, inclusi quelli di monitoraggio della biodiversità e dell’ambiente.