Quei ragazzacci di “Radio Varese”

Il nuovo libro dello scrittore Egidio Belotti, intitolato “Onda su onda” (edito dalla “Tigulliana”) racconta gli anni delle “radio libere”, in particolare quella con Alberto Fortis, Bobo Maroni, Gianna Nannini, Patty Pravo, e gli incontri con Ivan Graziani, Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Franco Battiato, Bruce Springsteen, nella “tempesta perfetta” degli anni ’70

 

di Franco Blandino

Egidio Belotti, Maestro-Poeta, è veramente un grande appassionato di poesia, di psicologia e di canzoni d’autore, e di queste ultime analizzare in profondità le tematiche esistenziali ed i risvolti psicologici. In questo volume Egidio ha raccolto le preziose ed intriganti testimonianze dei protagonisti di una Radio – “Radio Varese 100,700” – agli albori della rivoluzione radiofonica, durante quei mitici e terribili anni ‘70 in cui l’etere italiano si era improvvisamente animato di voci, con un (sovra)affollarsi di frequenze che dicevano la voglia di partecipare (“la libertà è partecipazione”, cantava Giorgio Gaber nel ’72). Il libro è un appassionante viaggio nella memoria, in quella dell’Autore ed anche in quella collettiva, di anni che hanno segnato una generazione, anni forti e duri, anni di sogni, di lotte, di esperienze , di entusiasmi, di rivoluzione e anche di paure. Voce emblematica di quegli anni è stata Radio Varese, nata come tante altre radio per coprire gli spazi vuoti di musica e di informazione dei media ufficiali. Una nascita e una crescita “dal basso”, tra gente che partecipava, interveniva, selezionava, si portava addirittura i vinili da casa e li “prestava” alla Radio pur di poterli mandare on-air. Anche Egidio ha vissuto quell’incredibile “Rinascimento radiofonico” sulle onde di una neonata “Radio Fossano”(anno di nascita 1977), in cui ha avuto modo di avere ai microfoni ospiti illustri come Piero Montanaro e Gianna Nannini. Ecco, me lo immagino oggi immerso tra files e fogli delle testimonianze che ha raccolto, in cui sicuramente ha trovato specchiate le sue esperienze, la sua passione, l’onda vitale della giovinezza che conserva sempre dentro di sé. Così ci comunica le sue emozioni, cita episodi, incursioni di protagonisti, poesie e testi integrali di canzoni che ci riecheggiano dentro alla sola lettura. Il tutto scandito dalle citazioni di cronaca anno per anno, come da un telegrafo che batte aride, secche ed evocative notizie e batte insieme il tempo, i giorni, “quei” giorni.  È molto “cool” la nascita delle cosiddette Radiolibere, sempre poverissima di risorse e piena di problemi tecnici (dischi che saltano, fastidiosi effetti Larsen, antenne dea posizionare e riposizionare…), ma ricca di entusiasmi, impegnata e goliardica, spregiudicata e geniale, con i problemi della sfera personale che si intersecavano con quelli dell’emittente. È con un sorriso che i diversi protagonisti portano testimonianze che hanno ancora il profumo inconfondibile della giovinezza, quando anche una Radio poteva essere occasione e pretesto per inventarsi la vita e quella “scatola magica” era – secondo la definizione di Dundo Santin – “un arnese moltiplicatore di conoscenza e di amicizia”. Tanti, tantissimi i nomi dei protagonisti, alcuni diventati col tempo famosissimi, come Fortis, Guccini, Bobo Maroni, Patty Pravo, e altri che si ritroveranno solo in queste pagine a respirare i loro anni ruggenti, quando si discuteva di pace e di guerra, di musica e di rubriche, di rock e di basket, di pannelli fonoassorbenti e di antenne.

E il pubblico? Prima una sorta di convitato di pietra che ascolta, segue, assorbe… e poi “accoglie l’onda”, si entusiasma, si emoziona e infine interviene, ringrazia, condivide e si sfoga per i disagi quotidiani, parla di amore, di problemi di salute, neve e viabilità, lancia appelli, insomma entra nella radio e la fa sua. Nei primi anni ’80 ho partecipato alle trasmissioni di “Radio Fossano – 89,600 e 97,200”, un’ora settimanale a dialogare in diretta con gli ascoltatori parlando di medicina. Presentava la carissima Didi Chianale, c’erano il bravo Oreste Tomatis e gli indimenticabili Lino Manassero e Tino Gastinelli, il Maestro, che si alternava con l’altro Maestro, Gino Brizio. Ricordo il primo imbarazzo di “vestire” le cuffie, di dialogare con il solo microfono e la suggestione di immaginare l’”onda” che dilagava nella nostra pianura, da Fossano a Bra a Savigliano a Mondovì, poi si infilava nelle valli, su su fino a Entracque, Casteldelfino, Paesana, Demonte, Limone, Frabosa… da dove provenivano le chiamate. Si domandava sempre “da dove chiama?” per verificare il flusso dell’onda, la sua “penetrazione” nel territorio.

“Onda su onda” (edito dalla “Tigulliana” di Santa Margherita Ligure) è il titolo azzeccato ed ammiccante (…) voluto da Egidio per questo suo libro. Sono le onde della Radio che come le onde del mare, che ho dipinto per la copertina, arrivano a riva per tutti senza distinzioni, senza chiedere niente, ma portando sempre qualcosa, un’informazione, un ricordo, una musica, un sorriso, un’emozione. Del resto: “Noi abbiamo fatto la Radio, segnato un’epoca. O no?” (Daniele Bartolesi).

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