La Fed conferma i tassi, in attesa degli sviluppi economici e geopolitici
di Antonio Bovetti
Il momento di maggiore attenzione della settimana è stato, senza dubbio, il meeting di politica monetaria della Federal Reserve di mercoledì. Come era già previsto, il FOMC ha deciso di mantenere invariati i tassi d’interesse, che restano compresi tra il 4,25% e il 4,50%. La decisione conferma l’approccio di attesa e valutazione (“wait-and-see”) adottato dalla Banca centrale americana, intenzionata a osservare con cautela gli effetti delle politiche economiche e commerciali, in particolare, le conseguenze dei dazi introdotti a suo tempo dall’amministrazione Trump. Durante la conferenza stampa, il presidente della Fed Jerome Powell, ha ribadito che l’economia statunitense “resta in una posizione solida”, ma ha sottolineato che permangono forti incertezze sul fronte macroeconomico. Tra i principali fattori di rischio figurano le politiche fiscali e commerciali, che continuano a rappresentare una variabile critica per crescita e inflazione. La Fed ha confermato l’intenzione di ridurre i tassi di 50 punti base entro la fine del 2025, ma le opinioni all’interno del comitato rimangono divise: alcuni membri prevedono due riduzioni, altri una sola, mentre una parte significativa ritiene che non ci saranno ulteriori tagli. Purtroppo questa prudenza nasce anche nelle nuove stime macroeconomiche: per il 2025 il PIL è atteso in rallentamento all’1,4% (dal precedente 1,7%). Il tasso di disoccupazione è stimato in aumento al 4,5%, con l’inflazione attesa intorno al 3%. Anche i mercati finanziari hanno reagito con moderazione, senza grandi sorprese. Sul fronte delle materie prime, il prezzo del petrolio ha inizialmente registrato un rialzo per timori legati all’offerta, per poi invertire la rotta con un netto calo di quasi il 3% nella giornata del 20 giugno. Al contrario, l’oro – bene rifugio per eccellenza nei momenti di incertezza – ha guadagnato terreno.
Prove di dialogo sul nucleare tra Iran e Occidente
Sul piano internazionale, si registra un nuovo tentativo di rilancio del dialogo tra Iran e Occidente. I ministri degli Esteri di Francia, Germania e Regno Unito, il “così chiamato E3” incontreranno venerdì a Ginevra il collega iraniano Abbas Araghchi per riaprire il confronto sul programma nucleare di Teheran. Secondo fonti diplomatiche citate dall’agenzia Reuters, l’incontro sarà organizzato in coordinamento con l’Unione Europea – rappresentata da Kaja Kallas, politica estone, Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza – e con il coinvolgimento indiretto degli Stati Uniti. L’obiettivo è ottenere “garanzie ferme e concrete” da parte dell’Iran circa l’uso esclusivamente civile dell’energia nucleare. Sempre venerdì, la crisi tra Israele e Iran sarà oggetto di discussione anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, su richiesta dello stesso Iran e con il sostegno di Russia, Cina, Pakistan e Algeria. La riunione di emergenza è fissata per le ore 10:00 (ora di New York), le 16:00 in Italia.
GLOSSARIO
FOMC: acronimo di Federal Open Market Committee, è il comitato della Federal Reserve che decide la politica monetaria degli Stati Uniti, in particolare i tassi d’interesse e le operazioni di mercato aperto.
Fed (Federal Reserve System): la banca centrale degli Stati Uniti, responsabile della politica monetaria con l’obiettivo di garantire stabilità dei prezzi e piena occupazione.
“Attesa e valutazione”: espressione tradotta dal termine inglese “wait-and-see”, indica un approccio prudente adottato dalle banche centrali.