Un ricordo che non si spegne tra vittime civili innocenti e morti misteriose, un calvario processuale, le assoluzioni e le responsabilità delle forze NATO straniere
di Marco Delpino
Sono passati ormai 45 anni da quella tragica notte del 27 giugno 1980, quando un aereo di linea italiano, un Douglas DC-9 della compagnia Itavia, scomparve misteriosamente dai cieli vicino a Ustica, causando la morte di tutte le 81 persone a bordo. Un evento che ha segnato profondamente l’Italia e che ancora oggi suscita emozioni e riflessioni. Le vittime di quella tragedia sono state civili innocenti, tra passeggeri e membri dell’equipaggio, che non avevano alcuna colpa. La loro morte ha lasciato un vuoto incolmabile nelle famiglie e nella società italiana. Per anni, il mistero sulla causa dello schianto ha alimentato teorie e sospetti, con molte domande ancora senza risposta. Si è parlato di collisione, di attacco o di incidente, ma la verità completa è rimasta avvolta nel mistero. Nel corso degli anni, sono stati condotti numerosi processi per cercare di fare luce sulla tragedia. Inizialmente, alcuni ufficiali dell’Aeronautica militare italiana sono stati accusati e messi alla gogna, accusati di aver nascosto la verità o di aver coperto responsabilità. Tuttavia, dopo un lungo e difficile percorso giudiziario, tutti gli ufficiali coinvolti (tra cui i generali Bartolucci e Ferri), dopo un lungo “calvario” giudiziario e mediatico, sono stati totalmente assolti con formula piena, riconoscendo la loro innocenza e il rispetto delle procedure.
Un aspetto che però ha alimentato il dibattito è stato il ruolo delle forze NATO straniere che operavano sui cieli italiani. Si sospetta che l’aereo possa essere stato coinvolto in uno scontro tra velivoli militari, forse a causa di esercitazioni o operazioni segrete, e che le responsabilità possano ricadere su forze straniere. Tuttavia, le indagini ufficiali non hanno mai fornito una risposta definitiva e chiara su questo punto, lasciando spazio a molte ipotesi e teorie. A 45 anni di distanza, la memoria di Ustica rimane viva nel cuore degli italiani. È un ricordo di innocenza perduta, di misteri irrisolti e di una ricerca di verità che continua a essere cercata. Invano.