Il rischio di una Terza Guerra Mondiale e gli accorati appelli di Papa Leone XIV

Armi contro investimenti: un paradosso insensato – Occorre guardare al nostro futuro e non inseguire le sirene dei “pazzi” che stanno sgovernando il mondo…

 

Negli ultimi mesi, gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza si sono intensificati, causando centinaia di vittime civili, con un’inaccettabile proporzione di bambini. Solo a marzo 2025, bombardamenti israeliani hanno ucciso almeno 413 persone, di cui 174 bambini. In un singolo episodio, il 25 maggio, un raid israeliano su una scuola-shelter ha provocato la morte di almeno 36 persone, tra cui 18 bambini. Gli edifici scolastici sono stati presi di mira in massa: si stima che fino a marzo i morti tra gli studenti abbiano superato i 5.800, con 352 scuole danneggiate. Queste cifre, seppur agghiaccianti, non riescono a trasmettere l’intera tragedia umana: intere generazioni private del diritto all’istruzione, famiglie spezzate, infanzie negate. Il 29 giugno, nuovi attacchi israeliani hanno ucciso almeno 23 persone, tra cui bambini. Il dramma quotidiano incessante è testimoniato dal pianto delle madri costrette a cercare rifugio e cibo, mentre i governi invocano “sicurezza”.

Il conflitto in Ucraina prosegue senza segni di pace. In questi giorni la Russia ha lanciato la sua controffensiva estiva nel Donbass e nelle aree orientali, sfruttando superiorità demografica e dispendio armamentario, ma ostacolata da problemi interni: logistica fallace, corruzione e morale basso tra le truppe. Il summit NATO ha promesso un aumento della spesa militare fino al 5% del PIL per sostenere l’Ucraina, che rischia un tracollo entro sei mesi senza aiuti concreti. Nel frattempo, la Russia avverte che l’espansione NATO potrebbe portare al collasso dell’Alleanza stessa, mentre minacce diplomatiche a paesi come Regno Unito rischiano di amplificare le tensioni. Esperti segnalano un aumento vertiginoso delle tensioni geopolitiche: dall’alleanza informale tra Russia, Cina, Iran e Corea del Nord (il cosiddetto “Asse del Disordine”), al possibile coinvolgimento di altre aree – ad esempio la Cina–Taiwan e la Corea del Nord–Corea del Sud. Il rischio non è più confinato ai fronti locali, ma si estende come un domino globale che potrebbe riaccendere una guerra mondiale. La NATO sta potenziando difese e deterrenza, ma l’equilibrio resta precario.

Papa Leone XIV ha ripetutamente invocato “mai più la guerra” in scenari martoriati come Gaza e Ucraina. Ha definito la guerra “una voragine irreparabile”, asserendo che “nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini e il futuro rubato”. Durante le sue prime udienze generali ha esortato a respingere “il fascino degli armamenti potenti e sofisticati”, definendo la guerra come una sconfitta in nome della dignità e del diritto internazionali. In particolare, ancora nei giorni scorsi, ha chiesto un cessate il fuoco immediato a Gaza, il rispetto del diritto internazionale e la liberazione degli ostaggi. Intanto, la corsa agli armamenti continua a divorare risorse pubbliche che potrebbero invece migliorare la vita dei cittadini. Mentre Stati spendono miliardi in missili, carri armati e droni, scuole, ospedali, welfare e ricerca restano sottofinanziati. Lo stesso Papa Leone XIV ha ricordato che la pace si costruisce investendo in sanità, istruzione, benessere – non nell’accumulo di armamenti. La retorica guerriera e la spesa militare ipertrofica alimentano nuove crisi. Diversamente, Papa Leone XIV indica una strada diversa: diplomazia, dialogo, investimenti nei diritti umani e nella dignità, soprattutto dei più deboli. È ora di rispondere al pianto dei bambini, alle madri spezzate e alle famiglie disperse. Il grido di Gaza, le speranze spezzate di Ucraina e il timore di un conflitto globale meritano un investimento concreto: non nelle armi, ma nel futuro dell’umanità.

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Ecco (nella vignetta) come il nostro collaboratore Claudio Mellana (con Almor) vede la situazione attuale.

 

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