di Gigi Cabrino
Il presidente dell’autorità Antitrust Roberto Rustichelli ha presentato la palazzo Koch la relazione sull’attività del 2022.
In un ampio discorso che ha toccato i vantaggi economici al sistema dell’azione dell’Antitrust, circa un miliardo di euro, e il tema delle grandi aziende internazionali che nello scenario economico incerto e poco favorevole hanno trovato modo di aumentare enormemente i profitti, si è poi soffermato sulla necessità di un’azione comune a livello UE per tutelare le singole economie, incapaci da sole di fare fronte ai giganti nordamericani e asiatici.
Da parte del Presidente dell’Antitrust è arrivato un forte richiamo all’unità d’azione economica dell’Ue. “Di fronte alle dinamiche che vanno affermandosi sullo scenario globale e alla ricerca di un nuovo equilibrio tra l’imperativo di un mercato aperto e integrato e la necessità di sostenere la resilienza dell’economia europea, il tema dei sussidi pubblici alle imprese e del level playing field nel mercato interno si impone come uno snodo cruciale”. Però “la risposta alle nuove sfide non può ridursi al frammentato sovvenzionamento delle imprese da parte di ciascun Paese, attraverso l’erogazione di fondi che si sottrae alla disciplina degli aiuti di Stato”. Infatti, questa politica “potrebbe ridurre, peraltro soltanto a favore di alcuni Stati membri, il divario rispetto alle altre aree economiche internazionali, al costo, tuttavia, di accentuare quello interno, di provocare una grave segmentazione del mercato unico e, in definitiva, di indebolire la capacità delle imprese di stare sul mercato in maniera efficiente e competitiva”.
Per Rustichelli “la direzione da intraprendere è invece quella di sviluppare un’autentica politica industriale comune per dare una risposta collettiva, organica e strutturale, alle sfide provenienti dall’economia americana e da quelle asiatiche, mantenendo il tenore concorrenziale nel mercato interno e così ‘allenando’ il sistema imprenditoriale europeo a meglio fronteggiare la competizione internazionale”. Inoltre “i tradizionali presidi antitrust contro l’abuso del potere di mercato possono garantire certamente pari opportunità alle imprese e con ciò favorire il gioco competitivo, ma sovente non bastano da soli a far nascere imprese innovative o a consentire a quelle esistenti di reggere la concorrenza di colossi extraeuropei, talvolta fortemente sostenuti dai rispettivi Paesi. Per questo serve una forte iniziativa politica condivisa a livello europeo”.