di Maria Antonella Pratali
Il TaoFilmFest, in corso in questi giorni, celebra Catherine Deneuve e le donne del cinema. Ma fuori dai riflettori, la maturità coniugata al talento femminile resta spesso invisibile, o relegata in ruoli stereotipati. Un cambio di sguardo è possibile?
Dal palco di Taormina alle pagine del libro “Age Pride” di Lidia Ravera tentiamo una riflessione sul tempo che passa, su chi lo abita con orgoglio e su un cinema che fatica ancora a raccontarlo.
Tra le colonne dell’antico teatro greco di Taormina, Deneuve non è comparsa come un’icona da museo, ma come una donna in continuo movimento. È la magnetica interprete di “Spirit World – La festa delle lanterne” (in sala dal 26 giugno), film visionario che gioca con il confine tra visibile e invisibile, lo stesso che spesso separa attrici over sessanta da ruoli complessi e incisivi.
Con i suoi 81 anni, Deneuve dimostra che la vecchiaia (usiamola, questa parola tanto aborrita) può rappresentare una forma di splendore, possibilmente, aggiungeremmo, lontana dalle trappole della chirurgia estetica, che plastifica e omogeneizza, quando non uccide.
Ma quanto è raro questo privilegio? L’industria è tuttora ancorata a una narrazione maschile e giovane del desiderio e del potere. Qui si inserisce la voce necessaria e politica di Lidia Ravera, che con il suo “Age Pride” lancia un invito radicale: essere orgogliose della propria età e rifiutare la narrazione della decadenza. I segni del tempo relegano ancora le attrici anziane in ruoli ancillari, mentre i colleghi maschi invecchiano serenamente da protagonisti.
Il TaoFilmFest di quest’anno ha mostrato un’altra via: quella non della nostalgia, ma della presenza forte, consapevole e irriducibile, fiera di rappresentare la terza e quarta età. Perché il cinema, se vuole essere specchio, non può permettersi di oscurare metà della sua immagine.
E allora sì che “Age Pride” può diventare anche nel cinema un cambio di prospettiva e un atto rivoluzionario: donne che invecchiano senza smettere di brillare.
Il tempo, nel cinema, può essere un alleato potentissimo, a condizione che si smetta di temerlo.